Intervista a Isabel De Lorenzo

 

 

Isabel De Lorenzo è una danzatrice e insegnante di American Tribal Style. Nota a livello internazionale porta il suo stile in giro per Italia, Europa e Stati Uniti.

Come ti sei avvicinata a questa danza e cultura?

Amo la cultura della danza da quando ero bambina. Ho studiato danza classica, moderna e contemporanea intensamente fino ai miei diciassette anni, per poi dedicarmi a studi umanistici all’Università di Sao Paulo, Brasile. Dopo tre o quattro anni ho ricominciato a danzare, questa volta grazie ad un incontro casuale con la danza orientale che ho fatto assieme alla mia amica Yasmin Nammu, che poi è diventata mia insegnante per molti anni.
Il panorama culturale attorno alla danza orientale è ampio: Medioriente, Egitto, Nord Africa sono regioni che sicuramente interessano, così come l’India se si vuole andare verso le più remote origini. Poi c’è tutta la cultura della rotta nomade… Mi interesso molto del mondo arabo colto ma anche delle influenze nomadi e tradizioni popolari, che si incrociato in diversi momenti della storia, ad esempio con l’affascinante cultura delle Ghawazee d’Egitto.

Quali obiettivi stai perseguendo attualmente?

Dal 2010 mi dedico allo stile tribale, più che alla danza orientale “classica”. Sono insegnante certificata di American Tribal Style® e partecipo con molto entusiasmo alla comunità internazionale della Tribal Bellydance. Viaggio con frequenza per festival ed eventi in Italia, Europa e America; mi dedico allo scambio culturale con molte danzatrici, scuole e realtà italiane e straniere; cerco di coltivare la cultura della danza a Roma, con base nella scuola che ho fondato nel 2003 assieme a Lara Rocchetti, il San Lo’.

Quali prospettive hai per il futuro?

Mi piacerebbe continuare a danzare, a insegnare e a creare realtà attorno alla danza il più a lungo possibile. Un desiderio attualmente in attesa è quello di tornare a teatro, dirigere nuovamente uno spettacolo come ho fatto nel 2008 con “Al-Muallaqat – Le Sospese” e nel 2012 con “Frida Suite”. Spero molto di poter ancora fare dell’arte.