Emanuela Camozzi è una danzatrice e insegnante di danza orientale di larga esperienza, operante a Venezia.
Come ti sei avvicinata a questa danza e cultura?
Mi sono avvicinata a questa disciplina dopo un soggiorno di lavoro in Egitto durato un anno. Nel lontano 1999 il destino mi portò a Sharm dove entrai in contatto con la cultura araba, le persone del posto e la danza. Ero solito, in qualità di accompagnatrice turistica accompagnare i turisti nelle escursioni e spesso nella valle del Sinai mi incantavo nel guardare gli spettacoli di ballerini locali, folklore, saidi , danza orientale classica, ma non potevo capire ancora la differenza e conoscevo davvero poco.
Abili ballerini locali tra cui si celava il grande Tito Seif , talentuoso danzatore e maestro di fama mondiale divenuto famoso proprio tra i villaggi di Sharm El Sheik.
Per me fu amore a prima vista. Provenivo dalla danza modern jazz che insegnavo e praticavo. Nel lontano capodanno del1999 per aspettare il nuovo millennio mi proposero di aiutare la coreografa cambiando mansione all’interno del mio ruolo di operatrice turistica, e così le prime note i primi insegnamenti di ballerini locali, iniziai a toccare con mano questa danza.
Potrai raccontare un libro della mia vita a Sharm da cui nacque il mio grande amore per la danza orientale, mi documentai mi informai per raggiungere i più grandi maestri e così poi arrivai al Cairo.
Una volta tornata in Italia, annualmente passavo settimane al Cairo per poter studiare l’insegnamento mi fu proposto successivamente dalle scuole che già mi conoscevano come ballerina.
Quali obiettivi stai perseguendo attualmente?
Attualmente cerco di portare avanti lo studio, l’insegnamento e la diffusione della danza egiziana nel rispetto delle sue origini e della sua cultura. Amo studiare con maestri egiziani (cito il principale il Maestro Wael Mansour) perché secondo me solo dalla fonte si può apprendere la vera gestualità o egyptian feeling.
Dal 2008 gestisco associazioni e la mia scuola di danza e come obiettivo mi sono posta la formazione professionale di questa disciplina, senza fusioni o contaminazioni, amo restare ancorata alla tradizione.
Quali sogni hai per il futuro?
Credo di aver già realizzato il principale ovvero aprire il mio centro fulcro della zona, ma vorrei praticare per il futuro il tutto con più serenità e meno competizione. Non amo la danza orientale portata nel mondo delle competizioni e vorrei un po’ più di serietà a livello nazionale in merito a eventi e formazione. So che è un discorso molto delicato ma vorrei tanto che la nostra amata danza fosse più tutelata nel nostro Paese e fosse riordinata, spesso non è facile portare avanti una professione nel momento in cui c’è molta confusione e poco riconoscimento.
Un allievo non sa qual’e il bravo insegnante , invece un bravo insegnante sa fino a dove possono arrivare i suoi limiti, basterebbe proprio più umiltà e passione.